giovedì 27 settembre 2012

La Convenzione di Istanbul

@repubblicait: Fornero firma la Convenzione di Istanbul "Ora la ratifica: basta violenza sulle donne" http://t.co/cy5p0sgO


La Convenzione di Istanbul.
Un passo importante.
Un TRAGUARDO importante.

Ma che cosa ce ne facciamo?!

Mi piacerebbe davvero tanto pensare che la firma di una Convenzione internazionale possa essere sufficiente a combattere il fenomeno della violenza sulle donne.
Non è così.

Purtroppo - come continuiamo a ripetere - questo - come quello della criminalità organizzata - é un problema che si può risolvere solo sociologicamente.
Culturalmente.

All'università - tanto tempo fa - infatti mi hanno insegnato che una norma è tanto più efficace, quanto meno viene applicata. Sì, perché significa che la norma rispecchia il sentire della gente. È lo specchio della società di quel determinato periodo storico.

In questa prospettiva allora, analizziamo quante volte è stata applicata la normativa sul cosiddetto "stalking": i dati sono impressionanti. Soprattutto se si pensa che la legge è relativamente giovane (tanto è veri che è entrata in vigore solo nel 2009).
Questo dunque significa che si é cercato di risolvere normativamente un problema che è in realtà di origine culturale e sociologica.

Non possiamo infatti ignorare che l'origine dell'idea dell'inferiorità femminile si rinviene nella Bibbia. Ha quindi un radicamento molto profondo nella cultura cristiana, ... e non solo. Questo evidentemente non significa che tale idea sia anche giusta!

Tanto per esemplificare, si pensi che per migliaia di anni, l'umanità è stata convinta che il sole ruotasse intorno alla Terra (che peraltro era piatta) e - mi pare - che "recentemente" qualcuno abbia sbugiardato queste tesi.

Non pensiate che chi scrive sia una femminista convinta, perchè non lo è.

È solo convinta che la differenza non possa - e non debba - essere di "genere".
È certa che non esistano attività "per gli uomini" o "per le donne".
Ai giorni nostri, meno che mai.

Le differenze di genere sono state strutturate sociologicamente come tali, ma non lo sono per natura. Infatti oggi, in cui le sovrastrutture sociali stanno - finalmente - cedendo il passo all'indole e alla predisposizione naturale, viene fuori che in fondo uomo e donna - astrattamente intesi - possono fare le stesse cose, entrambi con eccellenti risultati.

Chi di noi, infatti non conosce uomini che sono eccellenti cuochi e donne che sanno dirigere perfettamente un'azienda?!
Chi di noi non ha mai visto una donna fare body building e un uomo fare il domestico?!

Il punto é che la differenza di genere non è reale, quanto meno non nei termini in cui ci é stata proposta nei secoli.
Per esempio. È sicuramente vero che la donna tendenzialmente ha una maggiore predisposizione per le attività che richiedono concentrazione, mentre l'uomo tendenzialmente è più portato per la pragmaticità. Questo tuttavia non significa che non possano esserci donne incapaci di concentrarsi e uomini che si perdono in un bicchier d'acqua.

Il punto non è questo.
Non è andare alla ricerca delle differenze.

Il punto è che non ha senso porsi il problema. Perchè tanto, alla fine, l'individuo sarà quello che farà saltare tutti gli schemi. Ed è proprio in quest'ottica che bisogna lavorare in futuro.

Consentire all'individuo di esprimersi secondo le proprie pulsioni e propensioni, senza caricarlo di aspettative sociali e sociologiche.
Fatto questo, ... compreso questo, ... Non si porrà più il problema delle violenze sulle donne.

Perchè gli uomini non penseranno più alle donne, come oggetti da possedere.

Perchè le donne non vorranno più essere oggetti posseduti.

Tutti saranno semplicemente persone ed individui alla ricerca della propria realizzazione.
Ed allora ... Benvenuta
Convenzione di Istanbul.


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